Brescia-Verona 2007

 


La tradizione dei nostri incontri annuali continua, quest'anno ci siamo ritrovati Sabato 13 a Brescia Montichiari e Domenica 14 ottobre a Verona Boscomantico. Fra voli, visita ad un 747 real, pranzi e cena abbiamo trascorso due splendidi giorni in ottima compagnia.
Questo Raduno rimarrà nella storia per l'apparizione su una nuvola dorata e fra petali di rose di Giangiusto Mattiucci da cui tutto ebbe inizio. ;-)
Ringraziamo di cuore:
Stefano Caporelli della Ocean Airlines per la splendida visita al 747-200 della compagnia;
Enzo Francesca Presidente dell'Aeroclub di Brescia che ci ha ospitato.
Ci diamo fin da ora appuntamento a Roma nell''ottobre del 2008 per festeggiare tutti assieme il 10 compleanno di AirBrixia!!
Ecco il racconto del Raduno della nostra "Signora delle Penne Riccarda Patelli Linari"


IX Raduno Annuale ABX-ADV – Brescia-Verona 13-14 ottobre 2007

Prima puntata – Il sabato bresciano

Rieccoci qua tutti insieme airbrixiandolomiticamente! Vi racconterò quest’anno solo la prima giornata di raduno perché la mia presenza, ahimé, si è limitata solo al sabato 13 ottobre. Ma vedrò di fare il possibile per rimediare e per rendere ugualmente piacevole questa prima puntata per poi lasciare “carta & penna” a chi racconterà la seconda.

Per raggiungere Brescia, dopo un breve tragitto Firenze-Modena con mezzi di fortuna (il mio Doblò), Michele ed io ci siamo trasformati, come già accaduto altre volte, in autostoppisti sotto casa del Baffo Mele che, impietosito dal nostro veicolo scarsamente aerodinamico, ha deciso di ospitarci sul suo mezzo intergalattico per un teletrasporto pressoché immediato all’Aeroclub di Brescia Montichiari. Distratta da alcune piacevoli chiacchiere con Paola, comodamente accolte dai sedili posteriori, non mi sono accorta della velocità raggiunta e in meno di 25 minuti eravamo già nei pressi di Verona… ho chiesto stupita quanto avevamo toccato in km/h, ma non lo ripeterò, e tanto meno lo metterò nero su bianco, per non mettere nei guai l’astronauta… ehm… cioè l’autista! Dopo una breve sosta in autogrill (o era una stazione spaziale?), siamo ripartiti verso Brescia e, dopo un viaggio con sensazioni kubrickiane ad altissima velocità simili alla famosa scena del film 2001 Odissea nello Spazio, siamo giunti alla meta e subito ho avuto una visione: il Presidente Stefano Gazich Valseriati!

Ormai contagiata dal morbo di Kubrick e presentando lievi sintomi trasgressivi arancio-meccanici, l’ho salutato col gesto delle corna al di là del finestrino mentre il Baffo terminava il nostro teletrasporto posizionando la sua nera e monolitica astronave nel parcheggio dell’Aeroclub e spegnendo HAL 9000, il sistema interno di navigazione satellitare e ascolto radio-cd. Scendendo non abbiamo trovato persone invecchiate nel futuro e neppure bande di teppisti in tuta bianca, ma un giovanilissimo e accogliente Giangiusto Mattiucci che era appena giunto su un cavallo alato della scuderia Harley Davidson e che si è esibito con Franco Mele in un abbraccio con elevazione reciproca e volteggio… tipo le “prese” dei balli a due. Come non stringere la mano a Sua Altezza Ingegneristica e Iper-Presidenziale, colui dal quale tutto ha avuto inizio? E così ho conosciuto finalmente il mitico Giangiusto!  Dopo ho dovuto salutare come si deve anche Stefano Offesich Cornificati con stretta di mano equivalente e aggiuntivo bacio simulato guancia a guancia, altrimenti la sua leadership avrebbe potuto risentirne.

In diversi erano già sul posto, in terra e in aria, e come si può facilmente immaginare abbiamo iniziato a salutare quelli terrestri, così per comodità. Naturalmente erano presenti Maurizio Mau Mau Cerruti e David Cecchinato, i radunisti pool position che arrivano sempre primi,  i sorridenti Andrea Costa e Maura, Alberto Frati con elaborata acconciatura alla Caputo, un tosato Teo Pedrini ed Emanuele Bresciani, pilota reale che ha accompagnato i virtuali Michele Linari e David Cecchinato a portare i saluti di tutti a quelli in aria. In perfetto stile paparazziano è piombato inaspettatamente fra noi Mario Sparacino, stranamente disarmato di cannone fotografico. La cosa è durata poco perché poi l’arma è comparsa ed ha iniziato a fare le sue vittime senza risparmiare nessuno.

Riuniti i volanti ai terrestri, lo scambio di saluti si è esteso anche a Luca Lanti the President, il Pagaia Stefano Pirovano e Gabriele Moretti che con maglioncino multicolor si è unito in banda armata al terrorista dello scatto Mario Sparacino mettendo a disposizione anche le sue armi fotografiche di massa. Affiliato al clan anche il norvegese dagli occhi di ghiaccio David Cecchinato e il suo piccolo cavalletto apparentemente innocuo. Nessuno comunque era sprovvisto di armi di difesa fotografica, da quelle più sofisticate a quelle più semplici che riesco perfino ad usare anch’io e per tutto il giorno hanno avuto luogo diverse sparatorie di scatti reciproci e attività di spotting selvaggio abbarbicati alla recinzione.

In tarda mattinata il Presidente Stefano Visitich Rimandati ha annunciato che la visita al Boeing 747-200 Cargo  della Ocean Airlines, già presente in aeroporto, sarebbe stata spostata al pomeriggio per motivi tecnici, ma data l’ora ormai prossima al pranzo siamo rimasti in Aeroclub in piacevole conversazione e ammirazione del traffico aereo animato anche da un Tupolev 154 Belavia e da un altro Boeing Cargo, stavolta un 747-400 cinese.

Nel frattempo il Pagaia consolava affettuosamente e teneramente Franco Mele, piccolo e tenero orsacchiotto baffuto triste e solo e bisognoso di tanto affetto dopo la partenza del suo Giangiusto e ancora con il fresco ricordo di quel loro abbraccio intenso, ma ahimè troppo fugace. Li ho immortalati personalmente con la mia piccolissima mitraglietta fotografica dicendo loro “siete fregati”!… e infatti come promesso eccoli qua sput… spaparanzati sulla panchina al sole. 

Con nostro stupore, ma non più di tanto data la splendida giornata con temperatura davvero mite, hanno iniziato ad apparecchiare all’aperto… una fila di tavolini addirittura sotto agli ombrelloni… a metà ottobre nella nordica Brescia non è male! Durante gli spostamenti dei tavolini e degli ombrelloni ho “freddato” Mario Sparacino con un colpo fotografico da killer professionista, cogliendolo sul fatto mentre tentava di esibirsi in una pole-dance con il palo di un ombrellone sotto lo sguardo attento del coreografo Luca Lanti.

Rivestiti i tavolini con una tovaglia di un bel verde gioco-d’azzardo, tutti credevamo che dovessimo giocarci preventivamente a poker il pagamento del conto del ristorante e invece sono iniziati ad arrivare piatti, bicchieri, posate e tovaglioli. Dopo un riconteggio dei presenti siamo arrivati alla disposizione finale con il Baffo a capotavola dopo un colpo di stato che ha spodestato i Presidenti dalla postazione d’onore e li ha visti posizionati uno (Luca Lanti) alla mia sinistra, cioè a ore 9, e l’altro (Stefano Sedutich Attavolati) di fronte a me a ore 13.

A ore 3 avevo Paola Mele e questa disposizione di due donne, ormai già mamme con una certa esperienza, si è rivelata provvidenziale per accudire il 31enne Presidente Gazich in preda a una regressione infantile successiva alla manifestazione di disturbi della personalità di natura semi-biblica. Infatti parlando del fatto di avere figli un giorno o l’altro, ha manifestato l’intenzione di averne prima o poi, ma che ancora non aveva individuato una potenziale madre. Poi non so cosa sia successo ed ha dichiarato di sentirsi il protagonista di una nuova parabola, quella del buon inseminatore, che invece che soccorrere le vittime per strada, coglie alle spalle le potenziali madri afferrandole per le narici e… e a questo punto lo abbiamo interrotto dicendogli che forse non aveva ancora ben chiaro il meccanismo della fecondazione umana. La situazione ci è sfuggita di mano e Gazich, come colto da raptus, si è fulmineamente rivolto a David Cecchinato descrivendogli la ragazza che gestiva l’albergo dove avrebbe pernottato e definendola una grandissima gn… una gran bella ragazza! Altezza 1,85 che per lui significa l’esatta statura per venire allattato da lei in piedi… questo dettaglio ha fatto scattare in lui la molla infantile e si è improvvisamente messo a giocare travasando l’aperitivo da una caraffa nei bicchieri rovesciandone in gran parte con conseguente stato alluvionale della tovaglia di fronte a lui. Poi sono arrivate noccioline salate e un mix di patatine e quadratini di polenta. Mentre lui travasava e allagava, la parte solida dell’aperitivo era scomparsa dalla sua vista e alla fine l’unico rimasto anche senza bicchiere di liquido era proprio lui… L’espressione era esattamente quella di un bambino al quale era stato rubato il lecca lecca e allora siamo intervenute per consolarlo. Abbiamo chiesto un bicchierino anche per lui e poi io ho recuperato il cestino con le patatine e porgendoglielo gli ho detto “tieni piccolo”… e lui “grazie mamma”… e infine Paola si è premurata di fargli portare una tovaglietta asciutta con dei deliziosi e teneri disegnini tutti colorati…

Dopo l’abbiamo visto finalmente soddisfatto e tranquillo ed è in poco tempo tornato alla condizione adulta passando prima da quella adolescenziale Infatti guardandosi la felpa che faceva davanti una strana piega, ha dichiarato che quel capo di abbigliamento gli donava degli attributi niente male… e ancora non aveva cominciato a bere vino.

Subito dopo ci siamo lasciati andare tutti ai piaceri della carne. Alla griglia. Un groviglio di costolette di maiale, da noi toscani dette in maniera meno chic “rosticciana”,  poi episodi di scambismo di salsicce (ho udito con le mie orecchie frasi del tipo “voglio ancora salama”, o “se ti do la mia salama tu dammi la tua che è più calda”)… e infine un’ammucchiata di cosce e petti, di pollo, con emissione di mugolii di soddisfazione. Il tutto su un letto di insalata, ovviamente mista, di tutto e di più. Una roba… e all’improvviso ecco che è piombato nel nostro privé di perdizione il capobranco Baffo che si era alzato in quanto ancora non erano arrivati vassoi di cibo dalla sua parte. Allungando le sue manone su un paio di nostri vassoi, con una voce che niente ha avuto, ha e avrà mai a che vedere col falsetto, ha dichiarato: “che eravate bastardi lo sapevo, ma mica bastardi fino a questo punto!”… e sogghignando ha portato le sue prede alle belve all’altro capo del tavolo. Dopo mi è parso di udire ruggiti e rumore di fauci provenire da quella parte. Ecco qua il branco di belve affamate…

Nel frattempo il Boeing cinese si è esibito in un imponente decollo ed è giunto anche un Tupolev 204 Cargo. Un po’ di movimento che ha fatto estrarre a tutti le armi video-fotografiche.

Caffè di rito, sigaro da boss fumato da Mario Sparacino, e grappa + limoncello per preparare Gazich, Teo, Mau Mau, David e molti altri alle performances radunistiche pomeridiane. La transumanza verso il bestione cargo si è svolta sotto la guida di Stefano Caporelli, responsabile dell’ufficio navigazione della Ocean Airlines, nonché autore di articoli sulla rivista «Volare». 

I meticolosi controlli dei nostri documenti per l’accesso in aeroporto si sono protratti un bel po’ e durante l’attesa Luca Lanti, inaspettatamente, davanti al suo collega presidenziale ha detto che continuando su quella via burocratica non ci sarebbe stato da stupirsi di dover subire tutti, a turno, un’ispezione rettale. Ridendo alla sua battuta ho decisamente auspicato un’alternativa migliore, cioè quella delle impronte digitali e… e Stefano Comich Improvvisati, cogliendo al volo l’occasione per sparare una delle sue battutacce, ha annunciato a voce alta che sarebbero state prese sia le impronte digitali che quelle rettali spiegando che ci avrebbero fatto sedere tutti su dei cuscini di plastilina e… Alla parola “cuscini” ormai ero già piegata in due dal ridere. Lo sghignazzo incontenibile è riecheggiato nei vasti locali aeroportuali così ho rischiato di giocarmi l’ingresso nel parcheggio aeroportuale per manifesti segni di squilibrio psichico.

Sulla faticosa via della riacquistata mia serietà, Stefano Spiritosich Ricominciati ha ulteriormente infierito dicendo che al controllo del metal detector avrebbe lasciato tutti gli oggetti personali negli appositi contenitori, ma che non sapeva come fare col suo perizoma dotato di catenina d’oro. È stato impossibile non riprendere a ridere e l’unica alternativa era allontanarmi un po’ e lasciarlo sfogare con altri perché non potevo presentarmi così sghignazzante al controllo.

Tutti in coda, a turno siamo passati attraverso la porta del metal detector. Il Baffo, da buon musicista, ha scatenato un concertino di suoni ed ha istintivamente alzato le mani arrendendosi all’inevitabile ulteriore ispezione dell’addetto al controllo… sembrava il ballo del Tuca tuca che fa… tuca tuca tuca… l’ho inventato io… per poterti dire… mi piaci mi piaci mi piaci mi piaci mi pia’!!! Altri suoni ce ne sono stati  e anch’io ne ho provocato uno, forse per la fibbia della cintura, e così il Tuca tuca si è ripetuto più volte al di là di quella porta.

Recuperati tutti gli oggetti personali ci siamo finalmente avviati verso il parcheggio dell’aeroporto seguendo Stefano Caporelli fino a pochi metri dall’imponente Boeing 747-200 Cargo della Ocean Airlines, sempre più grande via via che ci avvicinavamo. Per motivi organizzativi non è stato possibile salire a bordo per visitare gli interni, ma l’esterno lo abbiamo visto tutto nei minimi dettagli. Inizialmente Caporelli ci ha avvisati che passando sotto l’aereo alcune parti avrebbero potuto avere delle perdite di liquidi (forse per l’emozione… grande e grosso eppure così sensibile!), dunque di prestare attenzione per non sporcarsi.

E così una volta sotto al bestione ci siamo trovati fra giganteschi carrelli con ruote dal diametro superiore a 1 Gazich (unità di misura bresciana) e io, colta da una lieve punta di preoccupazione da lavanderia, mentre andava avanti una spiegazione tecnica da parte della nostra guida, ho chiesto guardando in alto… “da dov’è che fa la pipì?”… per fortuna non sentita dal Caporelli.

Il nostro tour esterno è proseguito con un giro intorno a un’apertura alare imponente con flaps grandi come ali di Cessna, e poi ci siamo posizionati dietro la coda ammirando un timone così alto da sembrare un grattacielo. Poi ci siamo soffermati davanti ai 4 motori che sulle ogive al centro delle pale delle turbine, avevano un disegno bianco su sfondo nero.

         

Osservando l’immagine spiraliforme, noi donne, fotografate dall’onnipresente Stefano Charlich Telefilmati e da lui battezzate Charlie’s Angels, ci siamo espresse nella sua definizione.

Maura, da buona grafica, nonché persona seria, lo ha paragonato al simbolo @, Paola ha suggerito invece una pertinente somiglianza a una virgolona o a un apostrofone e io, ormai troppo esposta agli influssi airdolomitico-presidenziali, avvicinandomi di più al motore per osservare meglio, ho associato l’icona a un gigantesco spermatozoo contorsionista, talvolta rotante per il vento e per questo con facoltà ipnotiche, se osservato fissamente…

In prossimità del carrello anteriore Caporelli ci ha svelato che infilandosi da lì sotto è possibile entrare nell’aereo… e così tutti a sbirciare attraverso lo stretto pertugio e noi tutti ci siamo detti: “quasi quasi…”. Specialmente noi donne eravamo particolarmente attratte da quel cunicolo buio e sporco di roba nerastra. Peccato non averlo fatto… resterà per noi un grande rimpianto condiviso, molto di più della mancata visita al Vittoriale di D’annunzio che non è stato più possibile effettuare nel pomeriggio.

Così come ci avevano invitato calorosamente a fare all’ingresso in aeroporto abbiamo fatto tante fotografie singole e di gruppo, anche mentre solleviamo l’aereo da sotto la pancia. Un giochetto da ragazzi e poi si sa, l’unione fa la forza.

La nostra forza è infatti proprio l’unione che ci lega in amicizia e in volo nei nostri raduni che ci regalano sempre giornate molto speciali.

Ed ecco infine un’ultima foto vicino all’aeroplanone dedicata a “tutti gli uomini dei Presidenti” e che ritrae anche la nostra guida Stefano Caporelli più altri visitatori aggiunti che ci hanno tenuto compagnia…

Ma ahimé, arriva sempre il momento di congedarsi e di scattare proprio l’ultimissima foto di gruppo prima dei saluti. Stavolta ci ha pensato Paola Mele a fare lo scatto, per dare modo a Stefano Eccomich Fotografati di apparirmi accanto, alla mia sinistra, mentre il Baffo, memore del raduno pisano del 2005, imitava per ricordo la Torre pendente alla mia destra. Luca Lanti e Gabriele Moretti si sono messi in posa calcistica, Andrea Costa si è fatto immortalare sorridente davanti a un’altrettanto sorridente Maura, Mario Sparacino appare solo nella sua parte alta perché il resto è zavorrato e quasi conficcato a terra dall’enorme peso della sua attrezzatura fotografica, Maurizio Cerruti spicca in tutta la sua imponente altezza, David Cecchinato e Alberto Frati danno dimostrazione invece della perpendicolarità rispetto al suolo e rispetto all’obliquità del Baffo, mentre Michele quasi quasi un altro voletto se lo sarebbe pure fatto… e… e Stefano Pirovano che non appare in foto già ci aveva salutato promettendo di portare il Baby Pagaia al prossimo raduno, e poi… e Teo Pedrini dov’era finito? Si sarà mica infilato sotto il carrello per entrare di soppiatto nel 747?…

Dopo i ringraziamenti meritati ai due organizzatori nonché Presidenti Luca Lanti e Stefano Gazich Valseriati, e gli abbracci a tutti gli amici, siamo ripartiti alla volta di Modena e durante il viaggio il Baffo ci ha tenuto un corso intensivo di tecniche di vendita raccontandoci come è possibile vendere un’intera enciclopedia a una persona analfabeta. Come si può facilmente immaginare non gli è stato difficile convincerci a rimanere a cena da lui e Paola e allora, dopo aver asportato 4 pizze di diametro considerevole, ce le siamo mangiate molto volentieri in loro compagnia. Salutati anche loro, il raduno per me e Michele era ormai davvero finito. Restava solo il viaggio da Modena a Firenze durante il quale mi è tornato in mente un dettaglio: l’appuntamento per coloro che avrebbero proseguito il raduno, cioè “quelli della cena del sabato”, era in Via Tiracollo… Questo mi fa concludere questa mia prima puntata con una domanda: saranno sopravvissuti quelli del sabato sera? E quelli della domenica? Lo scopriremo leggendo la storia della seconda giornata di raduno e quindi non mi resta che passare “carta & penna” a chi vorrà scriverla.

Riccarda Patelli Linari

 
e la sera tutti a cena......
 


Ecco i reportage dei nostri fotografi sul raduno annuale Brescia 2007
David Cecchinato:
http://rides.webshots.com/album/561073720SmZYdi

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